Il preserale estivo

giugno 2, 2007

Dall’11 giugno Fabrizio Frizzi  condurrà la versione italiana di Identity, dal titolo provvisorio I Soliti Ignoti, un format dai premi milionari in cui il concorrente deve indovinare le identità per l’appunto di alcune persone su un piedistallo.
Dal 2 luglio inoltre cambia anche il preserale. L’Eredità lascia il posto a Reazione a Catena che vede la riesumazione di Pupo al posto di Carlo Conti.

Reality-show olandese: si vince un trapianto di organo

giugno 2, 2007

 Questo quello che si leggeva sul sito di Repubblica 3 giorni fa:

Nei reality-show che, dal “Grande fratello” in poi, invadono i teleschermi di mezzo mondo, in palio c’è la celebrità. Nello show che andrà in onda venerdì alla televisione olandese, in palio c’è qualcosa di diverso: la vita. Il pubblico dovrà infatti scegliere quale fra tre concorrenti è più meritevole di ricevere un organo di cui ha disperatamente bisogno per sopravvivere: un rene, che Lisa (il cognome resta anonimo), una donna di 37 anni, malata terminale di cancro, ha deciso di donare dopo la morte. Tutti e tre i concorrenti sono in dialisi, con urgenza di trovare un donatore e sottoporsi a un trapianto. Lo show consiste in una gara in cui ciascuno dei tre dovrà convincere Lisa che il rene, per varie ragioni, dovrà andare a lui. Il pubblico, da casa, potrà votare con dei messaggini telefonici, influenzando la decisione finale della donatrice.
La vita per uno dei tre, la morte per gli altri due: si prevedono massimi indici di ascolto. Ma sono già scoppiate polemiche furibonde e non è ancora detto che lo spettacolo, nonostante il noto permissivismo olandese, andrà in onda come previsto. A produrre il “Big Donor Show” è Endemol.Di feroci controversie, i cervelloni della Endemol ne hanno scatenato anche in passato; e Bnn, la rete commerciale privata che intende trasmettere il “Big Donor Show”, ha una reputazione come canale di programmi di dubbio gusto.
Mai prima d’ora, tuttavia, uno dei suoi show aveva provocato tante proteste.
Il network, il cui precedente direttore è morto proprio di una malattia ai reni, si difende sostenendo che l’unico scopo del programma è richiamare l’attenzione del pubblico su quanto sia difficile trovare donatori di organi, il che lascia comunque pensare che l’annuncio potrebbe non essere seguito da un reality vero e proprio e che la trasmissione venerdì non vada in onda.
A sostegno del programma si è espresso solo Paul Beerkens, direttore della Associazioni Olandese Donatori di Organi: “Siamo felici che il problema di trovare donatori riceva pubblicità grazie alla Endemol”, dice, “anche se avremmo preferito un diverso tipo di pubblicità”. Laurens Drillich, presidente della Bnn che vuol mandare in onda il programma, taglia corto: “I concorrenti in questo show hanno il 33 per cento di chances di ricevere un rene. E’ una possibilità molto maggiore di quella che avrebbero se fossero sulla lista d’ attesa delle autorità sanitarie nazionali”.
Il motivo che ha spinto Lisa, la donatrice, a decidere in questo modo a chi dare il suo organo, è che non è contenta di fare una donazione anonima: i suoi familiari vorrebbero stabilire un legame con la persona che lo riceve, in modo – dicono – da “pensare che resterà qualcosa di Lisa”. Ma intanto il pubblico sarà chiamato a decidere chi vive e chi muore. ”

Oggi si apprende che il reality  è andato in onda ma gli autori hanno diachiarto che era tutta una farsa .

Applicazione 2.0 :Neurona

Maggio 31, 2007

Neurona è la più grande rete di contatti professionali, uno spazio virtuale all’interno del quale interagiscono ogni giorno più di mezzo milione di professionisti presenti in più di 50 settori produttivi.

Gli utenti hanno l’opportunità di trovare collaboratori o l’ispirazione per nuovi progetti in più di 100 comunità professionali che animano il sistema.

E’ l’evoluzione 2.0 del curriculum vitae del mondo reale.

Già si parla del prossimo Festival di Sanremo

Maggio 30, 2007

 Carlo Conti ,che oggi ha presentato a Sanremo “50 Canzonissime“,ha parlato della possibilità di presentare il Festival di Sanremo:”Ogni cosa a suo tempo, ora mi godo il successo di questa stagione televisiva con ‘I raccomandati’ e ‘L’eredita”, oltre a ’50 Canzonissime’, poi vedremo, ogni cosa a suo tempo”:

Loredana Lecciso cantante

Maggio 30, 2007

E’ un brano spiritoso, e’ la terapia del buonumore: un rito scaramantico che porta fortuna. Si intitola ‘Tuka Kulos'”. Cosi’ Loredana Lecciso, sul numero di “Chi” in edicola domani, anticipa il brano che cantera’ la prossima estate.
“Mi capita spesso che mi portino dei provini. Un giorno una ragazza un po’ bizzarra mi si e’ presentata con un cd in mano. Mi ha detto: ‘Questo e’ perfetto per te!’. Effettivamente, lo era. Sono tornata a casa e ho cominciato ad ascoltarlo, poi l’ho fatto sentire alle mie amiche: ridevano tutte, aveva un potere contagioso. Metteva davvero di buon umore. L’ho visto come un segno del destino. Venivo da un periodo di tristezza e quel brano riusciva a distrarmi”.

BBC in arabo

Maggio 29, 2007

Oltremanica la tv pubblica Bbc ha in mente addirittura di aumentare l’impegno di spesa (e raddoppiare le ore di programmazione) della sua nuova avventura tv nel mondo arabo. Partenza prevista: il prossimo ottobre. Inizialmente, per il servizio in lingua araba e farsi, si era parlato di un budget di circa 28 milioni di euro e di una copertura di 12 ore al giorno. Adesso, ai piani alti della British broadcasting corporation si pensa di fornire un servizio 24 ore su 24, con più investimenti.

Ultima puntata de “I raccomandati”

Maggio 29, 2007

 Gran finale per I Raccomandati, il talent show condotto da Carlo Conti con Alessia Ventura. L’ultima puntata è andata  in onda venerdì 25 maggio su Raiuno alle 21.10.
In questa quinta edizione il programma ha ottenuto una media del 25% di share e quasi 6 milioni di spettatori, che gli ha permesso di vincere il prime time per otto volte consecutive.

Ancora Endemol

Maggio 28, 2007

Avete presente “La pupa e il secchione”, quel reality, gran successo del 2006, Questo programma targato Endemol è arrivato nelle case degli italiani dopo aver fatto un lungo giro per il mondo. Un percorso a tappe, dove a ogni sosta qualcuno si ritaglia la sua fetta di profitto.

Lo show, titolo originale ‘Beauty and the Geek’, nasce negli Stati Uniti e lo manda in onda per prima una tv del gruppo Time-Warner nel giugno del 2005. Il format però è di proprietà della Fox, di Rupert Murdoch, il padrone, tra l’altro, di Sky. Pupe e secchioni funzionano. L’audience cresce e le inserzioni pubblicitarie pure. Tanto che, a un certo punto, Oltreatlantico qualcuno comincia a pensare di importare il format anche in Europa. Si parte dalla Finlandia, poi la Norvegia e l’Inghilterra.Alla fine il reality made in Usa sbarca anche sui mercati latini. Ci pensa Endemol, che compra i diritti di trasmissione per Francia, Italia e Portogallo. Ultima puntata: a settembre 2006 la Mediaset di Silvio Berlusconi lancia il programma su Italia1, che raccoglie un’audience da record.Warner, Murdoch, Endemol, Mediaset: il lungo viaggio di pupe e secchioni è soltanto un esempio tra i tanti. Il business dei format è una giostra globale che più globale non si può. La muovono da un capo all’altro del pianeta le multinazionali dei media, perennemente a caccia di nuovi contenuti da trasmettere in tv, ma anche via Internet e sui telefonini. E così c’è poco da stupirsi se il gruppo Mediaset prende il controllo di Endemol con l’appoggio di due investitori finanziari (il fondo Cyrte di John de Mol e la banca d’affari Goldman Sachs).L’affare  rientra in pieno nello schema appena descritto. Solo che questa volta la tv  non si è comprata un singolo format, ma l’intera scatola che li contiene, messa in vendita dalla spagnola Telefonica. Una scatola valutata addirittura 3,6 miliardi di euro.Un prezzo tanto elevato, ritenuto eccessivo da molti analisti, rappresenta una sorta di pedaggio pagato da Mediaset per non restare tagliata fuori dai grandi giochi internazionali. La tv generalista sembra ormai un mercato maturo, la pubblicità cresce a ritmi blandi e allora, per trovare nuove fonti di profitto, l’azienda guidata da Piersilvio Berlusconi ha scelto di piantare le insegne sul più grande gestore di format di intrattenimento nel mondo, fornitore di ben cento Paesi.Perché Endemol non solo inventa reality show o giochi a premi, ma li compra da altri operatori, commercia in diritti e licenze, produce programmi, fiction comprese, da sola o associata ad altri partner. Una volta abbandonata al suo destino da Telefonica, Endemol non poteva che finire tra le braccia di un distributore, cioè di un gruppo televisivo. Le due offerte alternative a quella di Mediaset vedevano schierate media company come Antena 3, tv iberica che fa capo all’italiana De Agostini, e la coppia formata dalla statunitense Cbs e la messicana Televisa.Tutto si spiega, ancora una volta, in una logica globale, con quella che potrebbe essere definita la geopolitica del format. Su scala europea, ma anche negli Usa, Endemol deve fare i conti con un concorrente come Freemantle, controllato da un colosso multimediale del calibro di Bertelsmann, quartier generale in Germania, padrone di tv (Rtl) e case editrici (Gruner+Jahr e Random House).Anche Freemantle, come il suo rivale olandese, inventa, produce e distribuisce show televisivi in tutto il mondo. Insomma, la corsa è globale. Endemol lavora in cinque continenti. Grandi mercati come Stati Uniti, Gran Bretagna, Spagna o Italia, ma anche Albania e Vietnam, Sud Africa e India. Nei 25 Paesi dove il gruppo olandese ha aperto una filiale, i team di creativi (una trentina tra Milano e Roma) vanno a caccia di idee nuove e adattano i format stranieri ai gusti (presunti) del pubblico locale.

Prendiamo ‘Deal or no Deal’, che è il titolo internazionale del format di ‘Affari tuoi’, il gioco dei pacchi, per intenderci. L’idea di partenza viene all’olandese Dick de Rijk, un tipo che si dilettava con i giochi in scatola, nel senso che li inventava. Il nuovo quiz show viene sperimentato nel 2001 in Olanda. Nel ruolo di presentatrice c’è Linda De Mol, attrice nonché sorella di John, il fondatore della Endemol. Fu subito un successo clamoroso.E da allora i pacchi cominciarono a viaggiare per il mondo, con una formula che può variare, anche di molto, da Paese a Paese. Risultato: ‘Deal or no Deal’ si è trasformato in una macchina da soldi. Nella graduatoria dei format di Endemol è secondo solo al ‘Grande Fratello’. Si stima che questi due programmi sviluppino da soli circa il 30 per cento del giro d’affari della multinazionale comprata da Mediaset. Brindano in Olanda. E brinda anche l’inventore De Rijk che nel suo ambiente è diventato una sorta di star. Portano la sua firma anche altri due programmi poi approdati in Italia come ‘Tutto per tutto’ (scarso successo) e ‘1 contro 100’, appena partito.Va detto che buona parte dei creativi non hanno un posto fisso, ma lavorano come free lance esterni. Ed è anche capitato che due ex dipendenti di Endemol come Kirsten van Nieuweenhuijzen e Mark van Berkel si siano messi in proprio per poi rivendere alla loro ex azienda il format di ‘Take it or leave it’ approdato in Rai con il titolo di ‘Il malloppo’.Al quartier generale di Hilversum lavora il cosiddetto Global creative team diretto da Peter Bazalgette, un manager inglese di 52 anni che siede nel board del gruppo con i gradi di chief creative officer, in pratica sarebbe il capo dei creativi. Bazalgette, considerato uno degli uomini chiave dell’ascesa di Endemol, deve buona parte del suo successo ai fornelli, proprio quelli della cucina, di cui tra l’altro è appassionato.Negli anni Novanta fu sua l’idea del format che in Italia è stato tradotto con ‘La prova del cuoco’, presentato da Antonella Clerici. Il programma originale si chiama ‘Ready, Steady, Cook’ e venne lanciato dall’Endemol britannica all’epoca diretta da Bazalgette. Da allora il creativo dei creativi ha fatto molta strada. Grazie anche a pacchetti di stock option (opzioni per comprare azioni Endemol a prezzi scontati) il manager inglese è di gran lunga il più pagato del gruppo. Sei volte l’anno il chief creative officer chiama a raccolta i creativi sparsi nella varie filiali.

È in queste occasioni che vengono messe a punto idee e strategie per le stagioni successive. Servono di continuo spunti nuovi. In media ogni dieci format proposti solo uno riesce ad andare in onda. E anche quelli di successo, a parte i casi eccezionali come il ‘Grande Fratello’ e pochi altri, difficilmente hanno un ciclo di vita superiore a cinque anni.La concorrenza in giro per il mondo è fortissima. C’è il gigante Freemantle. Nei paesi scandinavi opera Strix e in Italia va ricordato Magnolia (De Agostini). Terreno di scontro, tra colpi bassi e alleanze trasversali che coinvolgono anche i grandi network, è l’intero pianeta. E allora lasciano davvero il tempo che trovano le polemiche tutte italiane (compresa la denuncia dell’ex presidente Lucia Annunziata) sulla Rai a sovranità limitata, minacciata dallo strapotere di Mediaset che adesso possiede anche un grande fornitore di programmi come Endemol.In tutto il mondo l’industria del format funziona allo stesso modo. Le televisioni commissionano all’esterno non solo l’ideazione dei programmi, ma anche buona parte delle lavorazioni. E poi, se ci riescono, entrano direttamente nel business dei contenuti comprandosi un operatore che inventa e commercializza i format.Il rischio vero, come sottolineano molti analisti, è che la logica della concentrazione del business finisca per schiacciare i piccoli produttori. Vince il gigantismo e le voci indipendenti escono di scena, oppure vengono costrette ad allinearsi alle strategie dei grandi distributori, cioè le tv. Sul mercato italiano, però, c’è una variabile in più. Perché la media company che allo stesso tempo produce e distribuisce programmi è controllata da un uomo politico. Un format made in Italy. Impossibile da esportare.fonte :Dagospia

Chi è Ugly Betty?

Maggio 28, 2007

America Ferrera è Betty Suarez, la giovane laureata in Economia e Commercio favolosamente carismatica ma terribilmente brutta Betty si trova  a lavorare in un ambiente  dove tutti sono il suo contrario, belli, ricchi, magri e alla moda:: le basi per farla sentire una perdente ci sono tutte.Ma Betty è una ragazza così intelligente, forte e simpatica, che non potrà fare a meno di sfondare sul lavoro e di diventare un punto di riferimento per tutti gli altri, rivelandosi una vincitrice assoluta. E come in tutte le fiabe che si rispettino, il brutto anatroccolo ha un futuro da cigno.Intanto America Ferrera, la sua parte da “vera” Betty l’ha già fatta: non bionda, non alta, sicuramente non magra, è riuscita a portare nel dorato mondo di plastica di Hollywood l’immagine di una ragazza normale, con difetti su cui scherzare piuttosto che da eliminare a suon di bisturi, un punto di riferimento per la bellezza “alternativa” e per tutte quelle ragazze che non possono e non vogliono trasformarsi nell’ennesimo clone di Paris Hilton. America, che per “Ugly Betty” ha già vinto un Golden Globe e che è stata protagonista di un altro film cult inno alla bellezza delle ragazze in carne (“Le donne vere hanno le curve”), dice di non essere interessata alla moda e allo shopping, e soprattutto ammette senza problemi di non avere la minima intenzione di mettersi a dieta solo per rientrare nei canoni di bellezza imposti da Hollywood. Quando le si chiede se perderebbe qualche chilo in caso le venisse chiesto da un produttore, risponde serafica: “Non mi pongo neppure il problema”. 

uno spezzone tratto dalla prima puntata:

 

Uno contro cento è partito bene

Maggio 28, 2007

 Il nuovo programma preserale di Canale Cinque: uno contro cento    si proponeva come un successo annunciato, dal momento che in tutti i paesi in cui è andato in onda ha riscosso grandi consensi. Non è un format italiano, infatti, ma proveniente dall’Olanda, in cui è partito addirittura nel 2000. Strano che in Italia arrivi solo dopo che è stato esportato in ben ventidue altri paesi, dall’Australia agli Usa passando perfino per la Bulgaria e il Vietnam…

Ad ogni modo lo schema è semplice: un concorrente ne sfida altri cento (il “muro”) su una serie di risposte. Ogni volta che azzecca, elimina i concorrenti del muro che hanno dato la risposta sbagliata e guadagna il valore assegnato alla risposta esatta moltiplicato per il numero di coloro i quali hanno risposto erroneamente.

La prima puntata ha segnato uno share interessante, appena sotto quello dell’eredità con l’inossidabile Carlo Conti. C’è da vedere se tra risate più o meno intelligenti e commenti sicuramente non particolarmente arguti il programma saprà restituire comunque ad Amadeus quell’audience televisiva che negli ultimi tempi della sua presenza nei palinsesti sembrava un po’ compromessa.